Calcio: i valori

LA SCONFITTA

Qualsiasi azione svolta da ognuno di noi in ogni momento della giornata può essere realizzata in due modi: bene o male, dipende solo da noi, dal nostro stato d’animo, dalla nostra voglia, dalla nostra capacità. Se riesco a rimanere sereno, se ci metto il massimo impegno, se sono preparato, qualsiasi sia il risultato dell’azione io devo essere soddisfatto di me stesso.

Nello sport, ad ogni  prestazione segue un risultato, è inevitabile! Sta a noi saperlo gestire, sia nel bene, sia nel male.
Per noi intendo l’atleta in prima persona o la squadra che realizza la prestazione, le prime persone vicine all’atleta, ovvero l’allenatore, i dirigenti, i presidenti, e poi le persone più care all’atleta, cioè il partner, i figli, i genitori, i famigliari tutti, poi gli amici, poi il pubblico che assiste alla prestazione.
Ognuno di queste persone, a secondo del ruolo che occupa, deve saper gestire, PER SE STESSO, il risultato della prestazione.

Partiamo dall’atleta: durante la prestazione ero sereno o ero eccessivamente teso, ansioso? Ho utilizzato tutte le energie di cui disponevo o mi sono risparmiato (poca voglia, poca concentrazione)? Sapevo quali erano i miei compiti o alcune situazioni non ero in grado di gestirle al meglio perché non ho capito e non ho osato chiedere?
Negli sport di squadra può anche accadere che la propria squadra vinca, ma la mia prestazione poteva essere migliore, quindi sono consapevole che devo correggere dove ho sbagliato anche se abbiamo vinto…3 a 0! Viceversa, la squadra ha perso, ma io devo sempre fare la mia analisi personale della gara, e in modo molto obiettivo capire cosa ho fatto bene per ripetermi e capire l’errore per migliorarmi. L’IMPORTANTE E’ AVERE DATO IL MASSIMO, ed essere felici e gioiosi di questo, perché significa che la mia PERSONALITA’ sta crescendo maturando, sto diventando una persona affidabile della quale ci si può fidare! Rimanendo quindi sereni ci si guarda in faccia e si fa l’analisi dettagliata della gara per capire le cose positive da rinforzare e quelle negative da migliorare.
Tutto questo deve essere fatto nel dopogara dall’allenatore (e dal suo staff) che ha una funzione FONDAMENTALE per l’equilibrio psico-fisico dell’atleta e quindi della squadra stessa. E’ il suo atteggiamento, i suoi modi, le sue parole che determinano “l’aria che si respira” all’interno di un gruppo nelle ore successive alla prestazione.

Durante la gara esiste poi il pubblico, formato dai famigliari, amici e altre persone. Come mi piacerebbe vedere un pubblico “rilassato”, che sa gustarsi lo spettacolo, il gesto tecnico, una azione veloce, un bel gol, applaudendo tutti, perché i protagonisti sono gli atleti, aldilà della casacca che indossano. In campo sarebbe bello vedere lealtà, sportività, ammettere l’errore persino con l’arbitro, giocare per vincere nel rispetto di chi perde, di chi ha appena subito una rete, stringersi la mano a fine partita consapevole di non aver mai provocato l’avversario e insieme salutare il pubblico ringraziandolo per aver deciso di venire alla partita.

Non è utopia, io ci credo!                                   Dario Biasiolo